Non aprite quel report
Quando i dati AIE fanno più paura di Leatherface
Ciao! Stai leggendo la newsletter della Matita Rossa, ovvero: quello che accade quando chi lavora ai libri decide di mostrare cosa c’è dietro. Questo è il numero #8, i precedenti li trovi nell’Archivio.
Una stagione da brivido
L’editoria non se la sta passando bene. Sarà pure una voce spettrale a cui tutti hanno fatto orecchio, magari pure tu, ma il rapporto dell’Associazione Italiana Editori (AIE) mostra che non è uno spauracchio del tutto infondato. Presentati durante la Fiera del Libro di Francoforte, i dati fotografano in maniera ancora più evidente il periodo paradossale che stiamo vivendo: si pubblica tanto, si vende poco, si legge ancora meno.
Il volume di pubblicazione è impressionante. Con 85.872 titoli a stampa pubblicati nel 2024 (a cui vanno aggiunti 37.659 ebook usciti nel corso dell’anno), a oggi il catalogo vivo a cui poter attingere conta 1,53 milioni di titoli (pensa tu, io ho in testa confusione con “solo” una trentina di libri ancora da leggere…). Perciò durante la prima metà del 2025 il mercato ha messo un freno e le copie vendute sono diminuite di 1,9 milioni rispetto al 2024. Il motivo? I lettori non ce la fanno a stare al passo. Spendono meno (20,7 milioni di euro in meno rispetto allo stesso periodo del 2024) perché la vastità di scelta è travolgente, finisce per paralizzarli.
“La parola giusta non è ricchezza, è saturazione. La bibliodiversità è un valore, ma oltre una certa soglia diventa rumore di fondo: si amplia l’oceano, si assottiglia la spiaggia dove approdare.”
Il fantasma della post-alfabetizzazione
Mentre i cataloghi di librerie fisiche e online continua ad assomigliare sempre di più a quelli virtualmente infiniti delle piattaforme streaming, l’Italia si riconferma un paese in cui a leggere sono in pochi: 32,4 milioni (Sud e Isole, 62%; Centro-Nord, 77%). A portare sulle spalle il peso del mercato editoriale continuano a essere i lettori forti, pari al 9%.
Se dovessimo pensare al peggio, il calo della lettura (che non è una prerogativa italiana, benintesi) potrebbe essere una delle spie della “controrivoluzione” culturale in corso – se n’è parlato di recente sul Post, che ha ripreso l’argomento dalla newsletter del giornalista del Times James Marriott. Secondo la teoria della società post-alfabetizzata, fenomeni come l’onnipresenza di smartphone e algoritmi ci stanno portando verso una nuova forma di analfabetismo. Il progressivo accentramento dell’intrattenimento in un dispositivo piccolo e maneggevole, disponibile senza pause, sta erodendo le nostre capacità di comprensione dei testi lunghi e quindi il pensiero critico.
Il presidente di AIE Innocenzo Cipolletta invita comunque a mettere in prospettiva i dati forniti. La situazione non è così tragica come sembra. Si sono raccolti gli effetti benefici degli incentivi stanziati in passato e sono tornati a crescere, nonostante l’inflessione, gli acquisti in libreria e nei negozi fisici (55,5% contro il 40,2% dell’online), forse perché il lettore cerca ancora l’incontro casuale con il libro, il confronto con il libraio. Insomma, un’abitudine alla lettura sembra essersi affermata. Speriamo di non diventare tanto presto degli Slimer.
Winter is coming: le strenne editoriali
Per promotori, librai e uffici stampa ottobre è un mese da paura per tutt’altra ragione. Segna il principio della fine: le strenne editoriali, e per quanto ci sia un’assonanza, non hanno niente a che fare con le renne. A meno che non siano in copertina.
“Strenna” viene dal latino strēna, ovvero il dono che ci si scambiava durante i Saturnali romani come buon auspicio per il nuovo anno. Nell’Ottocento si riferisce nello specifico ai volumi pregiati regalati a Natale. Il termine va poi incontro a una generalizzazione e viene usato nel gergo editoriale per indicare qualsiasi libro, bestseller o novità editoriale, lanciato fra novembre e dicembre.
Vien da sé che il “momento delle strenne” è la stagione che, per preparazione e pianificazione richieste, provoca brividi freddi e accorcia il fiato dei professionisti più coraggiosi. È il momento in cui il mondo editoriale si prepara al suo personalissimo sabba: progetti da chiudere, altri da iniziare per l’anno nuovo, bozze da correggere, traduzioni da rivedere. Roba che a volte, sì, ti fa proprio desiderare di avere un personalissimo demone che ti faccia da aiutante.
Ci leggiamo,
Luisa

Postilla formazione: iscrizioni in chiusura alla Matita Academy
La revisione delle traduzioni – tre lezioni live in classe virtuale e un esercizio in call individuale per conoscere e imparare il mestiere del revisore di traduzioni, con Thais Siciliano, traduttrice e revisora editoriale. Le iscrizioni chiudono il 7 novembre.
Il lavoro dell’editor – percorso in quattro lezioni video live, con un esercizio di editing formale per scoprire cosa significa editare un testo; con Chiara Girolami, Alessandra Minervini, Leonardo Ducros e Thais Siciliano. Le iscrizioni chiudono il 14 novembre.
Editoria e Intelligenza Artificiale – un corso di Rossella Monaco e Gianmarco Rizzo, per affrontare i vantaggi e i limiti dell’intelligenza artificiale applicata all’editoria e alla comunicazione, tra esempi pratici, esercitazioni e strumenti utili. Le iscrizioni chiudono il 28 novembre.
Vogliamo che l’editoria sia una realtà accessibile. Dunque, se hai suggerimenti sugli argomenti da trattare, domande su cosa facciamo e/o sui nostri corsi, scrivi pure a ufficiostampa@lamatitarossa.it.


